What the Body Does Not Remember

Danza

Oriente Occidente
Spettacoli

Ultima Vez
What the Body DoesNot Remember
irezione, Coreografia e Scenografia Wim Vandekeybus
Musiche Thierry De Mey & Peter Vermeersch
Direttore delle prove Eduardo Torroja
Costumista Isabelle Lhoas
Assistente costumista Frédérick Denis
Coordinatore tecnico Davy Deschepper
Luci Francis Gahide
Danzatori Germán Jauregui Allue, Jorge Jauregui Allue o Damien Chapelle, Livia Balazova, Maria Kolegova, Tanja Marín Friðjónsdóttir, Zebastián Méndez Marín, Pavel Mašek, Eddie Oroyan, Aymara Parola
Coprodotto da KVS
Con il supporto di Charleroi Danses, Centre Chorégraphique de la Fédération Wallonie-Bruxelles
Ringraziamenti Louise De Neef, Benjamin Dandoy
Durata 80’

Per la produzione originale del 1987

Direzione Wim Vandekeybus
Danzatori Charo Calvo, Marian Del Valle, Yves Delattre, Patrick Dieleman, Maria Icaza, Dorothée Morel, Caroline Rottier, Simone Sandroni, Eduardo Torroja, Wim Vandekeybus
e con Nicolas Crow, Muriel Hérault
Musiche Thierry De Mey & Peter Vermeersch
Musicista Maximalist!
Assistente di direzione Eduardo Torroja
Assistente generale Octavio Iturbe
Stage manager Pascal Joris
Produzione Ultima Vez . Louise De Neef . Nadia Cornelis
Co-produzione Centro di Produzione Inteatro Polverigi; Festival de Saint-Denis, Festival d'Eté de Seine-Maritime, Toneelschuur Produkties Haarlem
Con il supporto di Vlaams Theater Circuit

È stata la sua ‘opera prima’ a soli ventiquattro anni per la compagnia Ultima Vez e con alle spalle la sola esperienza artistica di interprete per il polisemico Jan Fabre. What the Body Does Not Remember, spettacolo del 1987, che è valso al coreografo fiammingo Wim Vandekeybus il Bessie Award, il prestigioso premio newyorkese della arti sceniche, ha segnato non soltanto la strada a venire dell’autore, bensì quella della storia della danza che ha trovato in lui un innovatore del movimento, gettato con forza nella sfera del ‘tutto è possibile’. Sperimentatore che attraversa il corpo come il video, il cinema e la fotografia, che passa da lavori molto musicali con nieuwZwart a intimi assoli di un uomo davanti a un film (Monkey Sandwich), all’analisi corale della mitologia (Oedipus/Bêt noir) o al concetto di scatto fotografico (booty Looting), “modo privilegiato - sostiene - di fissare la forma”, Vandekeybus ha creato un genere unico e riconoscibilissimo, i cui riverberi si vedono ancora nelle generazioni successive. Fisicità spinta all’estremo con prese e cadute ai limiti del rischio, messa in scena adrenalinica, sfrenata, debordante che si confronta con scenari multidisciplinari e musiche originali sviluppate in sala prove parallelamente al movimento a firma dei coevi Peter Vermeersch, Thierry De Mey, David Byrne, Marc Ribot.
Non deve stupire dunque che Vandekeybus sia voluto tornare alle origini - in linea con molti autori della sua generazione che hanno rimontato pezzi storici - facendo rinascere con un nuovo cast questo lavoro d’esordio a distanza di oltre cinque lustri.

In What the Body Does Not Remember (Ciò che il corpo non ricorda) c’è in nuce tutta la sua poetica: le dinamiche di coppia e di gruppo oscillanti tra attrazione e repulsione, la tensione continua verso l’incerto, il confronto del corpo con la musica, il mistero della vita come percorso temporale tra nascita e morte, l’audace uso degli oggetti che genera consapevolezza del rischio. Ad interessarlo - spiega - è sempre “l’intensità del momento in cui non hai scelta, quando sono gli eventi a decidere per te, come nell’innamoramento o nell’attimo prima di un accadimento imprevisto. Una sfida paradossale considerato che l’evento teatrale è ripetibile e controllabile. Ma forse, quando tutto è stato detto e fatto, il corpo non ricorda più gli eventi accaduti e rimane soltanto la sottile illusione della mancanza, che aiuta a definire e a esaurire il gioco”

www.ultimavez.com


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto