I libri umani: una narrazione vissuta e condivisa

Alla Fondazione Franco Demarchi di Trento un corso di formazione per diventare mediatori di una Biblioteca vivente

Traduzione italiana del termine Human library, la Biblioteca vivente è un metodo innovativo e concreto per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone di diversa età, sesso, stili di vita e background culturale.

Creata a Copenhagen, da un gruppo di giovani come risposta all’aggressione a sfondo razzista subita da un loro compagno nel 1993, si presenta come una vera biblioteca, con i bibliotecari e un catalogo di titoli da cui scegliere. La differenza sta nel fatto che i libri sono persone in carne e ossa che si assegnano un titolo a partire da un aspetto della propria identità che spesso le porta a subire discriminazioni.

L’iniziativa ha avuto un enorme successo, e dal 2003 è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi, e come tale incoraggiata. Da allora è stata esportata in tutto il mondo e per la prima volta arriva in Trentino.

Il 5 ottobre prenderà il via un corso di formazione intitolato I libri umani: una narrazione vissuta e condivisa, al fine di definire un gruppo funzionale al progetto della Biblioteca vivente. Gratuito e della durata di 21 ore suddivise in tre giornate (5 ottobre – 19 ottobre – 3 novembre), si rivolge a 10 operatori, coordinatori che lavorano in ambito educativo e socio sanitario e ai bilbiotecari.

Tutti i dettagli nell'intervista a Rolando Iiritri, bibliotecario della Fondazione Franco Demarchi

redazione

04/10/2016