Moni Ovadia riflette sul Giorno della Memoria con gli studenti trentini

Un monito a non dimenticare

Moni Ovadia ha parlato per oltre 2 ore ad una platea attenta di quello che oggi significa il Giorno della Memoria: non un momento di retorica e celebrazione, ma un monito a non dimenticare.

Il giorno della memoria deve diventare il giorno delle memorie perché la storia, anche recente, ha conosciuto tante, troppe volte l’abominio perpetrato dall’uomo nei confronti di altri esseri umani.

Prima di essere qualsiasi altra cosa (ebreo, cristiano, mussulmano, rom, ecc.) un uomo è un essere umano. Quando capiremo questo, le differenze non faranno più paura. La sofferenza degli esseri umani infatti è uguale siano essi ebrei, armeni, siriani, ...

Per Ovadia  il Giorno della Memoria non è dedicato alle vittime, è un giorno per i carnefici, per i paesi che hanno avuto regimi di carnefici. Un appuntamento con la coscienza collettiva: riconoscere i propri errori, individuali o collettivi, può rendere migliori e permette di guardare al passato, e di conseguenza al futuro, con animo più consapevole e attento.

La Germania ha saputo affrontare il suo passato, ha saputo porsi la domanda “come abbiamo potuto fare questo a noi stessi, come abbiamo potuto trasformare la nostra nazione civilmente e culturalmente avanzata in una nazione di carnefici?”.

Non altrettanto l’Italia, che coltiva ancora il mito degli “italiani brava gente”.

Dire no alla deportazione degli ebrei era possibile.

La Bulgaria lo ha fatto, si è opposta e non ha permesso la deportazione dei suoi cittadini ebrei.

La Danimarca lo ha fatto. L’intero paese si è opposto alla deportazione degli ebrei. Durante l’occupazione nazista re Cristiano X non si è piegato ad Hitler ed ha indossato la stella di David per solidarietà con i suoi cittadini ebrei.

Alla pubblicazione delle leggi razziali nessun italiano ha fatto sentire la sua voce di dissenso.

La memoria è importante: è ciò che ci permette di vivere il presente e di avere un futuro. Senza di essa non sappiamo chi siamo. Conoscere la storia, gli errori commessi, ci consente di scegliere chi, e come vogliamo essere.

L’invito di Moni Ovadia ai presenti è di farsi costruttori di un’identità di pace e di essere vigili rispetto a ciò che accade: non ci sono distinzioni nette tra buoni e cattivi, in ognuno di noi alberga un carnefice. I carnefici sono esseri umani che hanno preso una brutta deriva. Per questo è necessario impegnarsi in prima persona, essere consapevoli che ciò che accade intorno a noi ci riguarda.

È bene che tutti, ed i giovani in particolare, si tengano informati, allenando il pensiero critico. È bene che tutti abbiano a cuore il destino della terra e di tutti gli esseri viventi e che per questo partecipino da protagonisti nella costruzione della storia, per evitare errori ed orrori.

redazione

31/01/2017