#accaddeoggi 20 agosto 1968: intervento del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia

Termina la Primavera di Praga

Di fronte al fermento culturale e al velato malcontento che serpeggiava per il Paese, il Segretario del Partito Comunista Cecoslovacco Antonín Novotný decise di lasciare il suo incarico nel gennaio del 1968. Al suo posto fu nominato Alexander Dubček, un esponente riformista del Partito che, nei piani della nomenklatura sovietica, avrebbe dovuto governare e limitare il dissenso.

Contrariamente a quanto previsto, Dubček, insieme al nuovo Presidente Svoboda, avviò una stagione di riforme economiche e di riconoscimento di diritti civili, che preludeva alla costituzione di un “socialismo dal volto umano”.

Temendo di perdere un alleato fondamentale del blocco sovietico, l’URSS e gli altri Paesi del Patto di Varsavia chiesero allora a Dubček di fermare le riforme. Di fronte al rifiuto del leader cecoslovacco, il 20 agosto 1968 - in coincidenza con la riunione del comitato centrale del Partito Comunista Cecoslovacco che avrebbe dovuto sancire il nuovo corso – il Patto di Varsavia invase con uomini e mezzi la Cecoslovacchia.

L’intervento pose definitivamente fine alla stagione riformista denominata dalla stampa estera “Primavera di Praga” e costituì un chiaro esempio di quella che fu poi definita Dottrina Brežnev, ossia una versione edulcorata del regime di protettorato.

Che cosa fu la Primavera di Praga?

redazione
parte di: Accadde oggi ...

20/08/2017