A #Biblioè giovedì 21 aprile 2016 incontro con l'autrice di "Quando il mondo era in ordine”

alle ore 20.30 presso Palazzo delle Albere, Trento 

 

«Naturalmente non si nota mai il momento in cui il mondo comincia a non essere più quello ordinato di sempre, lo si capisce soltanto dopo, guardando indietro. Furono i pesci il primo segnale o, meglio, la sparizione dei pesci. Il venerdì niente più trote allevate in casa, niente più pesca con il retino per acchiappare quelle destinate alla tavola, vasche vuote, inutilizzate, brutte.» [Isabella Bossi Fedrigotti, “Quando il mondo era in ordine”, Mondadori, Cles 2015]

 

«Quando il mondo era in ordine si faceva tutto in casa, marmellate e conserve, burro e ricotta. Si seguiva il ritmo della natura con le verdure dell’orto, le mele, le noci e i fichi della campagna, le uova e la carne del pollaio. Quand’era stagione di caccia si andava per boschi, non per il gusto del trofeo, ma perché serviva al fabbisogno alimentare della famiglia.

I bambini protagonisti di questo racconto vivono in una grande casa, centro di una prospera attività vinicola, ai piedi delle montagne. Rispetto ai loro compagni di scuola e di giochi – che in quel contesto di campagna sono i figli di contadini, artigiani e bottegai del paese – crescono in un ambiente privilegiato. Eppure la loro famiglia, di nobili origini, coltiva lo stile di vita semplice, austero, di chi aborrisce lo spreco e riconosce l'importanza delle piccole cose. Ed è proprio l'attaccamento a quelle usanze e consuetudini, giudicate dai più eccentriche e desuete, a fare sentire i bambini diversi dai loro coetanei, al punto da invidiarli un po'.

Il lettore non tarderà a riconoscere in queste pagine, che l'autrice ha “inventato dal vero”, delle tracce autobiografiche. Talvolta neppure lei sa con precisione dove corre il confine tra realtà e fantasia. Poco importa del resto per chi legge: questo libro intriso di atmosfere lievi, suggestive, ci racconta un'epoca, un mondo di cui oggi non c'è più traccia. Il mondo conclude l’autrice non è mai stato in ordine, né prima né dopo. A farlo sembrare tale è solo “la nostalgia degli adulti, di frequente espressa, per un’epoca altra, migliore e mitica: per l’età della loro giovinezza, quasi certamente”.» [Isabella Bossi Fedrigotti, “Quando il mondo era in ordine”, Mondadori, Cles 2015]

 

Isabella Bossi Fedrigotti è nata a Rovereto (TN) e vive a Milano dove lavora in qualità di articolista del “Corriere della Sera”.

Ha esordito nella narrativa nel 1980 con il romanzo Amore mio uccidi Garibaldi. Con il secondo romanzo, Casa di Guerra, è stata finalista al Premio Strega ed al Campiello. Il successo al Premio Campiello è arrivato nel 1991 con il terzo romanzo, il bestseller Di buona famiglia. Ha poi pubblicato Magazzino vita (1996), Il catalogo delle amiche (2001), La valigia del signor Budischowsky (2003), Il primo figlio (2008). Del 2012 è una raccolta di racconti dedicati bambini Se la casa è vuota, seguito da I vestiti delle donne (2012) e Gli altri ed io (2013). Ha inoltre partecipato a un volume a più voci sull’handicap infantile intitolato Mi riguarda; tiene una rubrica quotidiana “Dalla parte del cittadino” di colloquio con i lettori sull’edizione milanese del “Corriere” e un forum di conversazione “Così è la vita” sul “Corriere online”. 

redazione

07/04/2016