A #Biblioè lunedì 25 aprile “Utopia” di Thomas More
alle ore 15.00 presso il Palazzo delle Albere, Trento, ne parla Francesco Ghia
Un classico della storia del pensiero rivisitato a 500 anni dalla sua pubblicazione: Utopia di Tommaso Moro rivive in questa nuova edizione della casa editrice “Il Margine” di Trento, curata da Francesco Ghia e tradotta da Maria Lia Guardini e pubblicata proprio in occasione dell’anniversario.
Un piccolo capolavoro, quello di Moro, dedicato alla ricerca di quale sia la forma di governo migliore, raccontata attraverso l’immaginazione di una città ideale, l’isola di Utopia, nella quale la sopraffazione, la disuguaglianza e l’ingiustizia siano bandite.
Un luogo che non c’è, come il nome stesso dell’isola lascia intendere, in cui il confine tra posto felice ed ottimo e macchina razionale e disumana appare, come in tutte le costruzioni utopiche, molto sottile. Un’opera che, a cinquecento anni di distanza, conserva ancora tutta la freschezza, la forza e la vitalità originarie.
«Riconosco volentieri che nello Stato di Utopia ci sono molti aspetti che vorrei vedere applicati nei nostri Stati: ma non ci spero molto...» [Thomas More, Utopia, Casa Editrice “Il Margine”, Trento 2016].
Thomas More, latinizzato in Thomas Morus e poi italianizzato in Tommaso Moro (Londra, 7 febbraio 1478 – Londra, 6 luglio 1535), fu un umanista, scrittore e politico cattolico inglese; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, canonizzato come martire da Pio XI nel 1935. Nel corso della sua vita si guadagnò fama a livello europeo come autore umanista e occupò numerose cariche pubbliche, compresa quella di Lord Cancelliere d'Inghilterra tra il 1529 e il 1532 sotto il re Enrico VIII. Cattolico convinto, il suo rifiuto di accettare l'Atto di Supremazia del re sulla Chiesa in Inghilterra e di disconoscere il primato del Papa misero fine alla sua carriera politica e lo condussero alla pena capitale con l'accusa di tradimento. La Chiesa cattolica lo venera come santo; nel 2000 papa Giovanni Paolo II lo proclamò patrono dei governanti e dei politici cattolici. Dal 1980 è commemorato anche dalla Chiesa anglicana, come martire della riforma protestante. Tommaso Moro coniò il termine "utopia", con cui battezzò un'immaginaria isola dotata di una società ideale, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, Utopia, pubblicata nel 1516. [tratto da Wikipedia]
Francesco Ghia insegna filosofia politica e filosofia della storia all’Università di Trento. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, traduzioni e curatele di argomento filosofico e storico-culturale su autori come Wilhelm von Humboldt, Antonio Rosmini, Georg Jellinek, Max Weber, Ernst Troeltsch. Attualmente lavora a una ricostruzione storico-concettuale sulle origini religiose e teologiche della nozione di “diritti umani”. Tra le sue pubblicazioni, L'arte come professione: l'estetica di Max Weber (Edizioni dell'Orso, 2004) e Ascesi e gabbia d'acciaio: la teologia politica di Max Weber (Rubbettino, 2010).
Maria Lia Guardini ha insegnato per molti anni latino e greco al liceo classico Giovanni Prati di Trento. Tra le sue pubblicazioni, Il mito di Elena: Euripide e Isocrate e La Polis tra realtà e utopia. La traduttrice ha fatto un po’ di fatica, perché il latino di Thomas More non è decisamente ciceroniano, ma si è anche divertita molto, perché, piano piano, sempre più ha scoperto un latino vivo e vissuto: «Senza contare la gioia di trovare situazioni, idee e perfino persone che sono quelle che stanno intorno a noi, oggi. Thomas More è decisamente un classico che più classico non si può».
19/04/2016