Giorno del Ricordo 10 febbraio 2022

Incontri e convegni

Da sempre i territori situati “ai confini orientali dell’Italia” sono stati teatro di perenne conflittualità politico-militare, che si è costantemente e tragicamente ripercossa, specie nel  900, sulla popolazione civile.

Gli effetti della prima guerra mondiale su di essa furono pesanti, sia durante che dopo il tempo del conflitto: gli sfollamenti e i lutti, gli sconvolgimenti del territorio e dei confini, le mire nazionalistiche dell’Italia, la politica fascista di snazionalizzazione dei territori slavi, le persecuzioni nei confronti degli oppositori.

Tutto troppo e tragico per un territorio abitato da una natura così bella e da una popolazione così composita e differenziata; tutto troppo e tragico perché non si risolvesse in un’altra guerra: la seconda, che portò all’acme la tragedia di quelle genti, amplificando e incrudelendo cose già viste e vissute: le occupazioni e le repressioni fascista e nazista, le persecuzioni e le deportazioni, gli arresti e le esecuzioni, i bombardamenti aerei, e infine un dopoguerra segnato da nuovi lutti, nuove ingiustizie e rivalse, rese dei conti e vendette.

Fu in quel contesto che si concretizzò il destino degli italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia, costretti all’abbandono delle terre e talvolta dei congiunti, avvolti per sempre in una memoria controversa, che fatica ancora a esprimersi in forme non gridate e preconcette: quelle forme che anche quest’anno dovranno costituire nelle nostre intenzioni un’occasione per divulgare conoscenza e favorire il confronto.