Guide ribelli
Voland editore
La collana è Finestre, uno sguardo oltre la letteratura: arti visive, architettura, memoria…, la casa editrice è la romana Voland, nata nel secolo scorso per portare le letterature slave anche in Italia. Da subito un unico desiderio: offrire al lettore ottima scrittura estera con una grande attenzione alla traduzione. Negli anni, Voland ha visto crescere il suo interesse per le opere di autori italiani e con Finestre propone delle Guide ribelli alle città del Bel Paese e non solo, dando vita ad uno sguardo turistico, sulle città d’arte, del tutto diverso.
Le fotografie, le immagini, i rimandi visivi sono molto pochi nelle Guide. Quello che sembrano suggerire è un dialogo intimo, un accompagnamento lento, che non lascia spazio alle visioni stereotipate, alle cose che già si conoscono di una città prima ancora di arrivarci. Sono guide che riposizionano il turista su un percorso che concepisce il patrimonio culturale nella sua dimensione olistica, arte architettura persone suoni odori strade: tutto può raccontare lo spirito di un luogo e ogni piccolo elemento urbano può trasformare il turista in cittadino.
Ne parliamo con le autrici della Guida alla Venezia ribelle, Beatrice Barzaghi e Maria Fiano, ma nella mostra “CLASSICA CON BRIO. La vacanza italiana 2020” sono presenti anche Firenze e Roma nella stessa collana e nella Biblioteca della Provincia ci sono anche Mosca, Parigi, Berlino e Barcellona.
Ci parlate dello spirito che anima queste Guide ribelli? Cosa vorreste “far passare” al turista che arriva a Venezia?
La prima guida “ribelle” della collana è nata dalla traduzione di un testo molto articolato e storicamente connotato, scritto per la città di Parigi da Ignacio Ramonet e Ramón Chao (il padre di Manu Chao). Leggere questa pubblicazione di Voland e scoprire che la capitale francese, di cui ogni minimo aspetto è stato raccontato, era stata descritta con un nuovo sguardo ha fatto immaginare a Maria Fiano e a me di poter indagare ulteriormente la città che ci ospitava e riproporne una narrazione sotto una nuova prospettiva.
Prospettiva che si è data da subito, con l'idea di presentare il progetto della Guida alla Venezia ribelle prima che il libro esistesse. Abbiamo infatti organizzato insieme alla Libreria Marcopolo una serata di presentazione volutamente mirata a raccogliere spunti e storie, perché l’intenzione era proprio scrivere una Guida collettiva e condivisa con le varie anime della città, che potevano raccontarsi nella loro accezione “ribelle”.
All’epoca, era il 2014, iniziava a pesare molto la presenza schiacciante dei turisti sulla città storica, e anche solo il fatto di resistere in qualità di residenti poteva essere interpretato come un atto di ribellione.
Il frutto di quella serata si ritrova nella Guida sotto forma di tanti contributi di amici e collaboratori che hanno scritto alcuni brani su luoghi, personaggi o episodi “ribelli”.
Ricordiamo alcuni tra i tanti nomi: il prof. Mario Isnenghi su Piazza San Marco, Toni Negri su Porto Marghera, Riccardo Caldura che ha raccontato Luigi Nono ed Emilio Vedova Marco Borghi di IVESER, Istituto Veneziano per la storia della Resistenza, che ha parlato dei Sette Martiri.
Abbiamo chiesto ad Alberto d’Amico (che ci ha lasciati da poco) e Gualtiero Bertelli, tra i fondatori del Nuovo canzoniere popolare Veneto, di poter pubblicare alcuni brani che nascono dalle lotte e dal vissuto di quegli anni.
Veniamo ora alla spinosa questione “turismo”, un’opportunità che nel corso degli anni si è rivelata un danno, tanto che oggi il “problema Venezia” è diventato il punto di non ritorno da evitare per quei luoghi che sono fortemente impattati da migliaia di visitatori.
L’economia di Venezia si basa pressoché completamente sul turismo.
I recenti avvenimenti – l’acqua alta del novembre 2019 e l'emergenza epidemiologica - hanno evidenziato la fragilità di questo sistema dimostrando come la città avrebbe avuto bisogno di più servizi per i suoi residenti – che sono pochissimi - di più abitazioni risanate e accessibili, e non di una marea di negozi dedicati a merce turistica o case date in locazione turistica.
Quel che ci piacerebbe poter dire oggi è: “Non torniamo come prima, perché prima era un problema”. È necessario, oggi, pensare in modo diverso alla città – d’acqua e di terraferma -, attrarre nuovi abitanti, pensare a prospettive di lavoro diverse da quelle legate al settore turistico, fare in modo che i giovani, gli studenti possano pensare di vivere qui.
La Guida alla Venezia ribelle è costruita come una passeggiata narrativa; una camminata nella città senza macchine che parte proprio dal parcheggio, come a dire lascia lì la tua vita e inoltrati in qualcosa di diverso. Perché questa scelta, questa partenza del tutto inusuale per visitare una città che tutti conoscono per ben atri luoghi, rispetto a Santa Marta o allo IUAV?
In realtà l’embrione della Guida è nato intorno a Porto Marghera, luogo intriso di storie ribelli, pertanto ci siamo interrogate su come avremmo inteso la natura della città stessa. Abbiamo chiarito subito con Voland, casa editrice romana, che la nostra sarebbe stata una proposta di itinerari che avrebbe scalfito la classica idea di passeggiata veneziana. Così abbiamo voluto descrivere Venezia per ciò che è realmente: un policentro, per rubare un termine agli urbanisti, un luogo dai molteplici fulcri, dalle mille piazze e campi, in cui il flusso quotidiano si muove circolarmente. E dove individuare un ipotetico “ombelico” vitale se non a piazzale Roma? Così è nato il primo itinerario, strizzando l’occhio proprio a chi Venezia la vive nella sua complessità, sentendosi a casa in terraferma come su un’isola della laguna, in tram o in vaporetto.
Allo stesso tempo non abbiamo "forzato" la costruzione narrativa per cercare luoghi "insoliti" o "inaspettati", scorci meno noti eccetera. L'idea è di affrontare e raccontare Venezia come un città (cfr. Mancuso, "Venezia è una città" ed. Corte del Fontego) evidenziandone alcune specificità che la rendono unica ma come città in cui vivere, lavorare, studiare, stare anche temporaneamente. Per questo siamo partiti da Sant'Andrea della Zirada, dal People Mover, dalle trasformazioni di Piazzale Roma. Evidenziando il cambiamento, i collegamenti ma anche, già da subito, le prime criticità.
La Guida è ricca di suggerimenti letterari e anche visivi: Venezia è Letteratura? Si può immergersi nella città con la Letteratura o questa accompagna lo sguardo del viandante?
Una domanda molto stimolante. Venezia sa narrarsi in ogni sua piega, dai nomi delle strade, piazze, calli, campi (che si possono leggere sopra i cosiddetti “nizioleti”, dei rettangoli bianchi dipinti sui muri) ai camini della zona industriale e del porto, fino agli orti nascosti.
Abbiamo voluto accompagnare ogni itinerario con suggerimenti letterari e cinematografici, dai più conosciuti ai meno scontati, proprio per sottolineare come Venezia sia di tutti e per tutti, felici di averla potuta narrare in questa chiave. La ribellione che abbiamo trovato nelle sue storie cambia di secolo in secolo, di sguardo in sguardo. Erano ribelli i frati del Quattrocento che fuggivano al controllo del Papato così come gli operai che si rifiutavano di farsi avvelenare nelle fabbriche degli anni Settanta.
Secondo noi il viandante a Venezia deve sostare. L’unico modo per “leggere” davvero la città è assecondarne il ritmo lento, che può essere anche quello dei mezzi pubblici che percorrono tutto il suo territorio. Oppure quello delle barche a remi, o delle camminate perdendosi tra le calli. L’importante è leggere anche la realtà di ciò che sta intorno, il presente, e per farlo, certo, ci può venire sempre in aiuto un buon libro. Un consiglio letterario tra tutti quelli che si possono citare: le storie di Corto Maltese disegnate da Hugo Pratt!
Ci sapete dire se questa speciale Guida è usata dai soli turisti o ha avuto successo anche tra coloro che abitano e vivono Venezia ogni giorno?
Riprendendo la seconda risposta, la Guida serviva proprio ad affermare che Venezia va vissuta, narrata, percepita in ogni sua pietra, ogni sua complessità e anche contraddizione. Per questo siamo felici che sia stata usata, e lo sia ancora oggi a distanza di cinque anni dalla sua pubblicazione, soprattutto dai veneziani.
Ci piace pensare che in questa collana di Guide si possa restituire alle città una narrazione complessiva, che ci permetta di comprenderne gli spazi, le lotte, e attraverso questa ricostruzione sia possibile leggere le città come un tessuto vivo.
Oggi molte nuove storie ribelli potrebbero entrare tra le sue pagine, addirittura diversi luoghi sono stati trasformati, “ribellandosi” al pregiudizio che Venezia sia immutabile. Per questo l’invito è per tutti, cittadini della laguna e turisti speriamo sempre meno di passaggio ma più “stanziali”, a raccogliere le proprie storie con uno sguardo altro, affinché il luogo che attraversano possa davvero dirsi vivo e vissuto.
Sappiamo che la Guida è stata letta da moltissimi veneziani. è stata occasione di riflessione stessa sulla città, di scoperta/riscoperta di alcune vicende, luoghi, persone. Anche per noi è stato utile leggere, studiare, ma soprattutto incontrare donne e uomini che ieri come oggi si mobilitano a salvaguardia della città. Ci hanno offerto quindi di raccontarla di volta in volta facendo respirare quei luoghi e in qualche modo assumendocene anche la responsabilità, collettiva. Se Venezia muore (cf. Salvatore Settis, Einaudi) muore l'idea stessa di città.
06/08/2020