Le varietà dialettali trentine

Il Trentino si colloca tra la Lombardia e il Veneto non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche dal punto di vista dialettale

Struttura geografico-morfologica e storia hanno fatto sì che il nostro territorio si presenti, a grandi linee, ripartito in tre grosse aree dialettologiche: quella occidentale, contraddistinta da forti influssi del dialetto lombardo, quella orientale, caratterizzata invece da influenze venetizzanti e quella centrale, che un tempo era più simile alle valli occidentali, oggi in avanzata fase di venetizzazione (Bonfadini 1983, p. 45).

Appartengono dal punto di vista dialettale al Trentino centrale il Basso Sarca, la Val d’Adige fino al confine linguistico, Cembra, l’altipiano di Piné, il Perginese, Folgaria e Lavarone, Vallarsa e Terragnolo, il Cavedinese con Vezzano e Terlago, le Giudicarie di qua dal Durone” (Tomasini, pp. 87-88). Da questa ampia area dialettale si stacca però la Valle dell’Adige al di sotto dei Murazzi “perché la parlata lagarina presenta tratti veronesi, […] che diventano ancora più evidenti nella parte bassa, tanto che definirei” - scrive la Anzilotti - “la parlata un dialetto trentino meridionale, di passaggio cioè fra il trentino centrale e il veronese, talora più vicino a questo che a quello” (Mastrelli Anzilotti 1992, p. 8. Cfr. anche Zamboni, p. 46).
Tra i tratti linguistici tipicamente lombardi più significativi troviamo: la caduta delle finali fiverse da –A, l’esito é di Ĕ latina in sillaba libera (che nell’area veneta dà come esito –iè), la presenza delle vocali turbate ö e ü, la palatalizzazione del plurale dei nomi e degli aggettivi uscenti in –t.

Tratto tipico del lombardo e anche del veneto di koinè è l’esito -èr di -ARIUS, -ARIA latino. 
Tratti venetizzanti sono invece la dittongazione di Ĕ breve latina in sillaba libera, la presenza di finali atone diverse da –A e l’assenza delle vocali turbate.Altre caratteristiche linguistiche diffuse nel territorio trentino sono inoltre quelle cosiddette alpine o semiladine. Si tratta di caratteristiche che interessano tutto l'arco alpino (si riscontrano infatti nelle valli provenzali e franco-provenzali del Piemonte, nel lombardo-alpino di Sondrio e Bormio e nel friulano). In Trentino sono presenti in Val di Non, in Val di Sole, in Val Rendena, nella Val di Ledro superiore (Bonfadini 1992, p. 43) e in Valle di Fassa (Pellegrini).
Tra i principali tratti alpini abbiamo la palatalizazzione di CA e GA latino in cia e gia, la conservazione dei nessi con L, la velarizzazione di L preconsonantica e il passaggio di QU a c (k).
Il Trentino presenta inoltre due aree linguistiche di origine tedesca, quella mòchena della Valle del Fèrsina e quella cimbra di Luserna, che si sono conservate fin dall’epoca dei coloni medievali.

Bibliografia sui dialetti trentini

Giovanni Bonfadini, Il confine linguistico veneto-lombardo, in Guida ai dialetti veneti, a cura di Manlio Cortelazzo, V, Padova, CLEUP, 1983 pp. 23-59

Giovanni Bonfadini, I dialetti trentini occidentali, in Atti del II convegno sui dialetti del Trentino: 18-19-20 ottobre 1991, a cura di Aldo Bertoluzza, Trento, Centro culturale "Fratelli Bronzetti" Editore, 1992, pp. 35-60

Giulia Mastrelli Anzilotti, I dialetti trentini centrali, in Atti del II convegno sui dialetti del Trentino: 18-1920 ottobre del Trentino: 18-1920 ottobre 1991, a cura di Aldo Bertoluzza, Trento, Centro culturale "Fratelli Bronzetti" Editore, 1992, pp. 7-20

Giovan Battista Pellegrini, Carta dei dialetti d'Italia, Pisa, Pacini, 1977

Giulio Tomasini, Profilo linguistico della regione tridentina, Trento, Saturnia, 1960

Alberto Zamboni, Veneto, Pisa, Pacini, 1977