Le vie di Stava - Le vie della pietra
Il paesaggio culturale racconta una lunga storia di sfruttamento delle risorse del sottosuolo, quando, nei pressi di Monte Prestavel, venivano estratti l'argento e la fluorite.
Per ricordare: https://www.stava1985.it/
Quello del 19 luglio 1985 in Val di Stava è uno dei più gravi disastri al mondo dovuti al crollo di discariche a servizio di miniere e rimane a tutt’oggi, con 268 morti e danni per oltre 133 milioni di Euro, una delle più gravi catastrofi industriali accadute in Italia.
Alle ore 12. 22′ 55” del 19 luglio 1985 cede l’arginatura del bacino superiore che crolla sul bacino inferiore che a sua volta crolla.
La massa fangosa composta da sabbia, limi e acqua scende a valle alla velocità di quasi 90 chilometri orari e spazza via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontra fino a raggiungere la confluenza fra il rio Stava e il torrente Avisio.
Poche fra le persone investite poterono sopravvivere.
Lungo il suo percorso la colata di fango provocò la morte di 268 persone, la distruzione completa di 3 alberghi, 53 case d’abitazione e 6 capannoni; 8 ponti furono demoliti e 9 edifici gravemente danneggiati.
Uno strato di fango tra 20 e 40 centimetri ricopriva un’area di 435.000 metri quadri circa per una lunghezza di 4,2 chilometri.
A valle di quello che poche ore prima era l’abitato di Stava.
Dalla discarica fuoriuscirono circa 180 mila metri cubi di materiale ai quali si aggiunsero altri 40-50 mila metri cubi provenienti da processi erosivi, dalla distruzione degli edifici e dallo sradicamento di centinaia di alberi.
16/06/2020