Alla mostra "Alpicultura" l'opera di Giuseppe Šebesta
Un'intera sala dedicata al fondatore del Museo negli spazi espositivi di Palazzo Trentini
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Alla mostra «Alpicultura. La rappresentazione dell'identità alpina nell'arte trentina dalla fine dell'800 ai giorni nostri», proposta dalla Presidenza del Consiglio Provinciale negli spazi espositivi di Palazzo Trentini, a Trento, un'intera sala è dedicata al fondatore del Museo, Giuseppe Šebesta (1919-2005), nel centenario della nascita appena trascorso.
«Alpicultura» mette in rassegna una serie di opere di alcuni autori nati o semplicemente vissuti in Trentino, taluni con fama nazionale e internazionale, che hanno scelto il soggetto del paesaggio e della cultura alpina nel proprio percorso creativo. La mostra mette al centro proprio l'identità alpina con una ricerca attenta e puntuale di opere realizzate da fine Ottocento sino ai giorni nostri: a fianco di creste, cime, canaloni e specchi d'acqua della terra trentina trovano collocazione anche i costumi degli abitanti delle Alpi, usanze, riti, credenze, lavori, oggetti tipici, forme e strutture edilizie specifiche.
In quest'ambito viene messa nel dovuto rilievo anche l'opera di Giuseppe Šebesta nella sua fervente attività di ricerca etnografica e documentaristica, nonché di scrittore e artista, e ovviamente di museografo per aver dato vita alla più importante testimonianza museografica tesa a ricostruire la matrice comune delle genti e della cultura alpina.
L'allestimento, curato da Luca Faoro, prende avvio dal suo ricchissimo schedario etnografico, realizzato nel corso dei decenni, che rivela un metodo di lavoro duro e rigoroso in cui si fondono curiosità e interesse, meraviglia e precisione: appunti, annotazioni e riflessioni, citazioni e segnalazioni bibliografiche, schizzi e disegni; non di rado fotografie, fotocopie e ritagli di libri e giornali. Una sorta di personalissima enciclopedia. Da lì poi l'esposizione si estende alle sue opere etnografiche, con testi che ancora oggi sono punto di riferimento per antropologi, etnografi e studiosi di tradizioni. I musei da lui ideati e poi realizzati rivestono un ruolo fondamentale, con la concezione che li sottende e che ha fatto scuola nell'ambito della disciplina museografica. Seguono poi le opere narrative, quelle grafiche che spaziano tra fantasia e realtà, e la parte video con i suoi lavori di cinematografo e documentarista scientifico, naturalista ed etnografico.
La mostra viene inaugurata venerdì 10 gennaio 2020, alle ore 18:00, ed è visitabile fino a venerdì 7 febbraio.
(fonte: Museo degli usi e costumi della gente trentina)
14/01/2020