La chiamavano Bocca di Rosa
Arrivano le finali di Fantasio - Festival internazionale di regia teatrale
"Ci piace spiazzare. Ci piace soprattutto farci spiazzare dalla fantasia dei registi che anno dopo anno selezioniamo da una lista di richieste di partecipazione sempre più folta": afferma questo il direttore artistico Mirko Corradini a proposito di Fantasio, il Festival internazionale di regia teatrale giunto alla 19esima edizione.
Se il ritmo di Bocca di Rosa intrecciato all'ironia con cui Fabrizio de Andrè ha saputo delineare il ritratto di questa donna che "metteva l'amore sopra ogni cosa", fa ormai parte della memoria collettiva, ci penseranno gli otto registi che stanno lavorando a Fantasio 2018 ad offrire al pubblico sfumature diverse di questo personaggio. Naturalmente accompagnato dagli altri che intervengono nella canzone, ad esempio dalle "comari di un paesino" che "non brillano certo in iniziativa".
Per ora è tutto rigorosamente top secret, quindi sarà grande la sorpresa attorno all'interpretazione che Elisabetta Carosio, Samuele Chiovoloni, Silvia Marchetti, Niccolò Matcovich, Carola Minincleri Colussi, Bruno Rigobello, Michele Segreto, Stefania Tagliaferri, gli otto finalisti di Fantasio 2018 selezionati su oltre 120 candidati, stanno preparando.
L'appuntamento è presso il teatro di Villazzano il 6 e 7 dicembre con gli otto “quarti d’ora” concessi ai registi che porteranno "Bocca di rosa" chissà dove e chissà come. "Otto registi per una ventina di attori assegnati a caso ad ognuno. Non c’è che dire: quanto a sorpresa, (ma anche a difficoltà) il Fantasio non teme confronti - aggiunge Corradini - Nascono amicizie artistiche nel prima e nel dopo concorso. E le amicizie artistiche servono come il pane per misurarsi, rinnovare, rinnovarsi. È questo il senso, è questo il valore aggiunto, del progetto di residenza che è inscindibile dal concorso. I registi e gli attori lavorano fianco a fianco sul palco del teatro per mettere a punto i 'trailer viventi', gli spettacoli in forma mignon. E quel lavoro, quella residenza, quell’occupare spazi fisici per condividere spazi mentali, è un work in progress che vale forse più dell’esito finale. Un esito che sarà deciso – come da tradizione – sia da una giuria sia dal pubblico", conclude Corradini.
04/12/2018