Naturali impressioni
L'esortazione a un passaggio tra il mondo che percepiamo e il mondo in cui viviamo: sono sufficienti pochi passi dentro la Galleria civica di Trento
Che dibattito sia dal momento in cui l’espressione nell’arte assume una forma linguistica esplicita, la quale parla di uno dei temi che più mi stanno a cuore. Relazione uomo ambiente. Ambiente in relazione con l’uomo. Natura. Naturalizzazione. Snaturatezza.
Ascoltare, osservare, vedere, percepire un racconto contemporaneo creato da un insieme di artisti, i quali esprimono attraverso le loro varie capacità propositive artistiche un percorso, forse una sorta di cammino, dentro il passaggio del tunnel di una Galleria Civica, rivela uno spaccato attuale delle problematiche legate all’ambiente, che ad oggi si presenta quasi come descritto, appunto, dagli artisti in tale contesto.
Emblematico, molto, quel cerbiatto che si abbevera sopra dei barili di petrolio, portando sulla schiena un bosco ancora verde. Per quanto resterà così?
Riflessiva la proposta dei ghiacciai fatti di resina che lentamente si sciolgono.
Significativa l’alterazione naturale delle libellule che si trasmutano in elicottero e triplano.
Questi solo tre degli esempi esposti. Immagini forti. Rappresentazioni realisticamente stupefacenti. Racconti veritieri.
Questo è ciò che nell’ambiente, nella Natura sta accadendo in seguito alla relazione che essa ha, e subisce, con l’intervento della mano umana, la quale si prodiga sempre più nella ricerca di snaturatezza, ovvero di cercare di alterare la natura attraverso l’artificio. Progresso o regresso? La risposta contiene entrambe le cose e le espressioni artistiche mettono a nudo tali condizioni, raccontandole esplicitamente.
Mi sono presa il tempo di visitare alcune volte la mostra in questione, in quanto ritengo che sia foriera di riflessioni sul tema da varie sfaccettature. Penso che riflettere, cioè proiettare alcune mie sensazioni, possa forse essere di stimolo per altri a prendere visione di questo argomento attraverso un passaggio in Galleria, così da poter poi a loro volta divulgare questo tema attraverso il linguaggio che preferisce, sensibilizzando così l’altro.
Forse, proprio attraverso questa esposizione, la comprensione di come l’ambiente naturale sia cambiato rispetto al passato risulta illuminante. Gli artisti, tra gli anni ’70 ed ’80 denunciavano l’inquinamento e la salvaguardia dell’ambiente con immagini realistiche di fiumi traboccanti di schiuma, immondizie accatastate lungo le spiagge marine o lacustri, pesci morenti sulle superfici acque e quant’altro. Essi dichiaravano un inquinamento visibile, tangibile, ora qui si snuda la conseguenza di quelle immagini, ovvero i danni che la mano contaminante umana ha creato.
Se al giorno d’oggi tutto quell’avvelenamento è scomparso dai nostri occhi, davvero non c’è più, oppure semplicemente è stato purificato rendendolo invisibile, ma maggiormente dannoso?
Se paragono l’artista che espone all’uomo che si relaziona con la natura, mi pongo questa domanda: quanto ecologista è?
Che rischio corrono le nuove generazioni, se non prendono davvero la consapevolezza dello stato reale della situazione ambientale?
Concludo esortando un passaggio tra il mondo che percepiamo ed il mondo in cui viviamo con l’impiego di pochi passi dentro la Galleria, ovvero tunnel comunicativo, con una unica attenzione: ciò che vi viene proposto è ricreato artificialmente, la realtà sta al di fuori davanti agli occhi di tutti, solo che talvolta si fa finta di non vederla. E, un ultima cosa, spiegatelo anche ai più piccoli, affinché non possa accadere che essi, alla domanda: “Come è fatto un ghiacciaio?”, possano rispondere: “Di resina! “…
30/11/2015