Protonatura
Al Sas la mostra dei ragazzi dell'Istituto d'arte A. Vittoria di Trento
"L'arte è un ponte che unisce realtà spesso lontane tra loro, creando sensibilità e conoscenza - spiega Loretta Viscuso, docente di arti figurative presso l'Istituto d'arte A. Vittoria di Trento, coordinatrice dell'iniziativa - In questo progetto le due realtà che si sono avvicinate sono il Centro di Protonterapia e una classe di 22 studenti che studiano arti figurative.
Insegno progettazione da molti anni e mi sono sempre interessata a progetti attraverso cui l'arte porti lo studente di fronte ad argomenti complessi, implicati con il contemporaneo. Lo scorso anno il dottor Maurizio Amichetti, direttore dell'Unità operativa di protonterapia dell'ospedale di Trento, ci ha contattato per portare l'arte all'interno di questo centro nuovissimo in cui il bianco glaciale fa da sfondo agli spazi che i pazienti attraversano per raggiungere gli ambulatori di cura.
Avevo una classe ottima, da ciò è scaturita l'idea che ogni studente scegliesse un particolare della natura, un albero, un ramo, un fiore, e che in questa ricerca del particolare ci fosse qualcosa di visibile solo con un secondo sguardo. Un'attenzione riservata ai più piccoli, che li coinvolgesse in una sorta di gioco che li portasse lungo il percorso verso la stanza della cura: uno gnomino, un bruco, una coccinella e altri elementi che aspettano solo di essere scoperti.
Abbiamo iniziato con un brain storming attorno a parole quali cura, malattia, guarigione, e dalla condivisione delle parole hanno poi cominciato a emergere le immagini. Prima si è trattato di schizzi a 360°, poi ogni ragazzo si è impegnato sulla composizione dell'immagine, elaborando un bozzetto definitivo.
A questo, è seguito un incontro con i referenti del reparto, che sono rimasti entusiasti del progetto.
Dopo la pausa estiva, anche la classe ha visitato il reparto e dialogato con il personale per valutare dove collocare i lavori, era importante che i ragazzi 'sentissero' lo spazio fisico di questi luoghi. L'Abio di Trento ci ha donato le tele e i colori. Sono lavori di grande formato, in alcuni casi occupano lo spazio di due tele, molto impegnativi perché gli studenti sono abituati a piccole dimensioni. Ci siamo così resi conto che dal punto di vista tecnico ci sarebbe servito più tempo, tanti pomeriggi in più per finire. Nella fase conclusiva, poi, i ragazzi si sono messi a collaborare in modo più attivo, il "mio" si è aperto al "nostro" e a una visione complessiva di appartenere insieme al progetto. Dopo l'inaugurazione al Sas, in maggio ce ne sarà una all'interno del reparto in cui le tele troveranno una collocazione definitiva.
I ringraziamenti vanno all'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali che ospita la mostra al S.A.S.S. di Trento, all'Abio di Trento che ha finanziato il progetto, ai responsabili dell'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari che vi hanno creduto e dato fiducia e soprattutto agli studenti che, superando tante difficoltà, ce l'hanno fatta!" - conclude la professoressa.
04/04/2016