Sulla pazienza: "La felicità scivola tra le dita" di Abla Farhoud
Cosa significa parlare di pazienza in tempo di crisi? Lunedì 16 marzo alle 17.30 l'incontro presso il Dipartimento di lettere e filosofia dell'Università di Trento
“Le mie parole sono i rametti di prezzemolo che lavo, scelgo, taglio, i peperoni e le zucchine che svuoto per farcire meglio, le patate che sbuccio, le foglie di vite e di cavolo che arrotolo (…) A volte mi piacerebbe sapermi esprimere con le parole. Con il passare de tempo, ho dimenticato come si fa. Da una decina di anni mi capita di provare. Le parole mi escono dalla bocca come pallottoline già sfatte. Ne dimentico dei pezzi dentro di me e nessuno mi capisce. Persino io trovo che si mescola tutto. Vedo bene che quello che ho in testa non ha niente a che fare con quello c he mi esce di bocca. Allora sto zitta. … Che cosa è successo per cui le mie parole si sono trasformate in chicchi di grano e di riso, in foglie di vite e di cavolo? Per cui i miei pensieri si sono mutati in olio d’oliva e succo di limone? Che cosa è successo? Quando è cominciato tutto questo? Non è stata comunque colpa di Salim? Se gli ho ceduto così velocemente il mio posto, la mia voce, evidentemente avevo già cominciato a farlo prima. Ma quando?” (da La felicità scivola tra le dita di Abla Farhoud)
Un incontro tra letteratura e danza quello proposto da Lisa Marchi e Rosa Tapia, che lunedì 16 marzo dialogheranno Sulla pazienza: La felicità scivola tra le dita di Abla Farhoud. L’appuntamento si colloca nell’ambito di Letteratura generi e affetti: per una cittadinanza condivisa, organizzato da Società italiana letterate in collaborazione con il Centro Studi interdisciplinari di genere dell’Università di Trento. L’appuntamento è presso il Dipartimento di lettere e filosofia di Via Gar (aula 109) alle 17.30.
Abla Farhoud è una scrittrice di origine libanese che vive a Montreal in Québec dove è emigrata all’età di 6 anni con la famiglia. Scrive soprattutto per il teatro e ha il merito di essere stata tra le prime ad aver raccontato e messo in scena la migrazione, il trauma della guerra, il senso di straniamento dal punto di vista delle donne.
La felicità scivola tra le dita è il suo primo romanzo con il quale ha ottenuto il Prix France-Québec 1999 e in Italia la Menzione Speciale al Premio Amelia Rosselli 2003. In questo romanzo ibrido, scritto in francese ma impregnato di una lingua ‘sotteranea’ – l’arabo - che di tanto in tanto riemerge in superficie sottoforma di proverbi, massime, brevi racconti popolari, Farhoud tratta temi universali, quali la vecchiaia, la migrazione, il disagio, la felicità, l’amore.
Lisa Marchi è dottoressa di ricerca in Letterature comparate e studi culturali presso l’Università di Trento con una tesi sulla letteratura della diaspora araba
Rosa Tapia è diplomata in danza, presso la scuola del Conservatorio Nazionale "José María Rodríguez" di Cuenca in Ecuador
15/03/2015