Trento tardoantica: nuovi rinvenimenti

Quanto emerso conferma la vocazione speciale dell'area posta tra piazza Santa Maria Maggiore e piazza Verzeri

[ Soprintendenza per i beni culturali]

Si è da poco concluso a Trento il convegno Trento i primi secoli cristiani. Urbanistica ed edifici, una giornata di studio sulle novità ma anche le problematicità relative alla cristianizzazione di Trento tra IV e VI secolo. Tra i diversi relatori intervenuti Cristina Bassi, (Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i Beni culturali di Trento) ha presentato un approfondimento sui dati e le problematiche concernenti l’ampia area situata a sud di Santa Maria Maggiore, indagata in più riprese tra gli anni ’90 e il 2014.

Ne presentiamo una sintesi, attraverso lo sguardo della stessa Bassi, che così ricostruisce lo stato dell'arte.  

"A partire dal IV secolo d.C. nel settore della città che si colloca tra piazza Bellesini, ora Verzeri e piazza Santa Maria Maggiore, si assiste ad una sostanziale riorganizzazione degli spazi urbani.

Il recupero dal sito di S. Maria Maggiore di numerosi frammenti di decorazione architettonica ed elementi scultorei in marmo pertinenti, presumibilmente, all’apparato decorativo di importanti edifici, nonché la presenza di un ampio lastricato, hanno portato a riconoscere nella piazza l’area forense di età imperiale fino ad ora non altrimenti identificata in città. Più recenti scoperte hanno permesso di individuare sotto la chiesa, in corrispondenza del suo lato settentrionale, porzioni di grandi vasche che sono state ricondotte ad un complesso termale pubblico realizzato tra la fine del I secolo d.C.e gli inizi del II d.C.

Il settore prospicente il decumano posto immediatamente a sud di quello della piazza e coincidente col sito denominato piazza Bellesini ora Verzeri era invece caratterizzato da una torre posta a cavaliere delle mura ed in asse con la viabilità interna e da edifici privati organizzati lungo la strada.

Nell’ambito del sito di S. Maria Maggiore, a partire dalla fine del terzo quarto del IV secolo d.C. - fino alla metà del V d.C., si assiste ad una progressiva defunzionalizzazione delle vasche termali e alla realizzazione di una nuova pavimentazione in lastre per la quale vengono utilizzati anche porzioni di monumenti più antichi. A conclusione del percorso che vide il rinnovamento dell’area di S. Maria Maggiore si assiste alla edificazione, dopo la metà del V secolo d.C., di una chiesa.

Anche nell’isolato adiacente al secondo decumano percepiamo a partire dal IV secolo una significativa azione di rinnovamento che interessa parte degli edifici posti lungo il lato settentrionale della strada, dove una abitazione preesistente viene demolitae viene realizzato un nuovo complesso edilizio, che doveva estendersi, con diverse articolazioni, sia verso settentrione sia verso est in corrispondenza dell'attuale vicolo delle Orsoline. Di questo edificio è stato possibile individuare un grande ambiente – vano A – che lungo il suo lato occidentale doveva articolarsi con un sistema di una o più nicchie. All’interno le pareti originariamente dovevano essere interamente rivestite di intonaco dipinto con pitture che privilegiavano nei temi decorativi l’imitazione delle crustae marmoree, un tema questo particolarmente apprezzato in epoca tardo romana.

Tra gli ambienti messi in luce e pertinenti al medesimo complesso anche un vano absidato il cui pavimento era costituito da un mosaico policromo. Nell’abside la decorazione riprendeva schemi e motivi geometrici, mentre nell’aula il mosaico, giocato su di una tavolozza ricchissima di colori e che fa ampio utilizzo di paste vitree anche con foglia d’oro, è composto da un motivo figurativo inserito all'interno di un'ampia fascia geometrica. Nel riquadro centrale è un kantharos ai cui lati erano disposti due agnelli araldicamente affrontati. Nell'angolo sud/ovest dell'ambiente è un ulteriore kantharos dalla cui base fuoriesce un grosso ramo d'acanto verdeggiante e ulteriori ramoscelli alle cui estremità si trovano spesso fiori e frutti di vario tipo resi con paste vitree di splendidi colori. Una serie di considerazioni di carattere archeologico permettono di datare questo complesso edilizio tra il IV secolo d.C.ed il VI / primi decenni del VII secolo.

Certamente la costruzione di questo grande edificio si inserisce in un contesto urbano che appariva già, alla luce delle precedenti scoperte di piazza Santa Maria Maggiore, particolarmente qualificato e ne viene quindi a rimarcare la notevole valenza nell'ambito della organizzazione urbanistica della città in epoca tardo antica.

Quel che è emerso tra piazza Bellesini / Verzeri e vicolo delle Orsoline, pur nella oggettiva difficoltà di una sicura interpretazione, conferma la vocazione speciale di questo quartiere e nel contempo ci obbliga a riflettere complessivamente sulla Tridentum tardo antica e sulle vicende che in questo periodo l'hanno interessata".

Cristina Bassi - funzionaria Soprintendenza per i beni culturali

06/12/2017