Bartolomeo Bezzi 1851 - 1923. Scene di vita quotidiana
Da sempre annoverato tra i più importanti pittori trentini, Bartolomeo Bezzi fu anche uno dei principali promotori artistici nell’Italia del suo tempo. Originario di Fucine di Ossana in Val di Sole, dove nacque nel 1851, compì la propria formazione all’Accademia di Brera e divenne una figura di spicco dell’ambiente artistico milanese. Trasferitosi a Venezia nel 1890, contribuì in modo determinante alla fondazione della Biennale, che gli dedicò una mostra personale nel 1914. Dopo aver soggiornato a Verona e a Roma, negli ultimi anni di vita si ritirò a Cles, dove morì nel 1923.
La fama di Bezzi è legata principalmente ai paesaggi, ma la sua attività creativa fu molto più ricca e articolata di quanto la critica gli abbia finora riconosciuto. Lo rivelano i quaranta dipinti esposti a Castel Caldes – alcuni dei quali per la prima volta – cui si aggiungono opere grafiche, fotografie d’epoca, lettere e documenti utili alla ricostruzione della biografia del pittore.
L’esposizione di una serie di schizzi e bozzetti preparatori ricostruisce per la prima volta la genesi di un dipinto perduto, il più grande mai eseguito da Bezzi. Si tratta del pannello decorativo realizzato nel 1909 per il salone dell’Hotel Mendelhof al Passo Mendola, che rielaborava un tema particolarmente caro al pittore, quello delle donne al lavoro presso una fontana, già affrontato nel 1893 nell’opera Vigilia della sagra, con cui Bezzi si presentò all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera.
L’originale approccio dell’artista alla figura umana è documentato da una serie di ritratti e da alcuni vivaci dipinti di genere. La sua vicinanza alla poetica del verismo è ben rappresentata dalle scene di vita quotidiana, ambientate in contesti rurali o nelle amate città di Verona e Venezia.
Tra i dipinti di soggetto veneziano primeggia Canal Grande, del 1893, cui si affianca Giorno di Magro, nel quale l’artista coglie “dal vero” le donne al mercato del pesce in Campo Santa Margherita: un capolavoro del 1895 premiato all’Esposizione Universale di Parigi, inedita replica della più nota versione acquistata alla Biennale di Venezia da re Umberto I.
La mostra cade nel centenario della morte dell’artista ed è parte di un più vasto progetto culturale che prevede, nel corso dell’anno, ulteriori tappe espositive alla Biblioteca della Torraccia di Terzolas, al Palazzo Assessorile di Cles e al Mart di Rovereto, in un percorso coordinato di riscoperta di un artista di statura nazionale, ma con radici saldamente ancorate in Trentino.