Il sogno rubato

Francesco Tommazzolli 1878-1933
Storia di un ingegnere clesiano nel vortice del progresso

Mostra
[ Comune di Cles]

“Il sogno rubato”: così si intitolerà la mostra sull’ingegnere clesiano Francesco Tommazzolli e che si terrà a Palazzo Assessorile a partire da domenica 15 marzo fino al 6 aprile. La mostra, voluta dall’assessore alla cultura Roberto Luchini, racconterà la storia di un uomo che, dopo aver realizzato il proprio sogno professionale, ovvero la costruzione della centrale idroelettrica di Riva del Garda della quale ne divenne anche direttore, dovette arrendersi ai poteri forti incarnati dal fascismo e dalle aziende private Sade ed Enel.

La cura della mostra è stata affidata al giovane Roberto Rizzi, coadiuvato da Luca Pichenstein.

Francesco Tommazzolli nacque a Cles nel 1878 e dopo essersi diplomato al Liceo Prati, dov’era compagno di classe di Degasperi, si spostò a Vienna, frequentandone per due anni il Politecnico. Infine, a completamento della propria carriera accademica, si laureò in ingegneria elettrotecnica a Monaco di Baviera, sotto la guida di Giovanni Ossanna di Denno che insegnava proprio al politecnico bavarese. Tornato presso la regione natìa, Tommazzolli fu chiamato a Rovereto quale direttore della centrale idroelettrica. Dopo le vicissitudini legate alla Grande Guerra e all’internamento presso Katzenau, Tommazzolli rientrò a Rovereto, dove dovette affrontare il problema del ripristino elettrico della città. In compagnia del collega rivano Edoardo Model, Tommazzolli propose al sindaco di Rovereto Defrancesco la costruzione di un'unica centrale elettrica a Riva del Garda, sfruttando il salto del fiume Ponale ed il bacino del Lago di Ledro. Intanto, Rovereto e Riva diedero vita ad un Consorzio, il quale non solo poté vantare la concessione sull'acqua proveniente dal Ponale, ma impedì ad aziende private di speculare su di un bene tanto prezioso qual era l'energia elettrica.

La costruzione venne ultimata nel 1929 e Tommazzolli divenne direttore della centrale da lui stesso progettata. Tuttavia, l’Ente Adige-Garda, il quale sosteneva economicamente il Consorzio, fallì, trascinando nel baratro economico anche il Consorzio. Tommazzolli, impiegati ed operai vennero licenziati e le aziende private Edison e SADE-Adriatica fiutarono l'affare, sfruttando soprattutto la decisione del Consiglio dei Ministri e di Mussolini, secondo i quali non vi erano le possibilità per salvare né l'Ente né il Consorzio.

Francesco Tommazzolli fu dunque derubato del proprio sogno, quella centrale che lui stesso progettò, realizzò e diresse; se ne tornò pertanto presso la propria abitazione clesiana, dove, dopo aver subito fisiche ed esistenziali, si spense nel 1933.

 

La mostra sarà inaugurata domenica 15 marzo alle ore 11.30 e si estenderà su tre piani: il pianoterra sarà dedicato alla centrale di Riva, mentre al primo piano si potrà entrare in contatto diretto con la storia di Francesco Tommazzolli, potendo inoltre osservare molti degli oggetti presenti nella sua abitazione clesiana sita in via Madruzzo. Il terzo piano, invece, sarà dedicato al progetto “Ciò che siamo è ciò che eravamo”, sviluppato dai ragazzi della IV A Meccanica e Meccatronica dell’Istituto Pilati. Gli studenti, con l'aiuto dei docenti Chiara Praindel, Sergio Cavallar, Gionny Preti e del tecnico di laboratorio Giorgio Anzelini, si sono confrontati con l’esperienza dell’ing. Francesco Tommazzolli, contrapposta a progetti ingegneristici più recenti.

Attraverso riflessioni guidate dai docenti, anche grazie al patrimonio fotografico disponibile e alla documentazione tecnica consultata, i ragazzi hanno subito rintracciato un collegamento con degli studi fatti in precedenza da studenti diplomatisi qualche anno fa. La V ITI Meccanica nell'anno scolastico 2010/2011, infatti, aveva ideato, costruito e installato una piccola centrale idroelettrica che oggi è operativa nel paese di Huari sulla Cordigliera Bianca in Perù. Ciò ha portato gli studenti della classe IV A Meccanica e Meccatronica a rintracciare delle similitudini tra questo e il progetto dell'ing. Tomazzolli per la centrale del Ponale nel secolo scorso. Da tali considerazioni è risultato il titolo della loro parte di allestimento: "Ciò che siamo è ciò che eravamo" che vuole sottolineare un legame tra generazioni molto diverse che hanno progettato il futuro per le comunità dove si sono trovate ad operare.

Quindi, per i totem si è pensato di mantenere questo parallellismo ieri/oggi affiancando delle foto esemplari provenienti dal Fondo Tomazzolli custodito dall'Archivio Storico della Biblioteca di Rovereto con le immagini dei prodotti realizzati dai compagni, come: la girante, la paletta e la turbina che sono gli elementi costitutivi presenti anche nelle grandi centrali idroelettriche.

Si è passati poi allo studio dei progetti delle caratteristiche generali di questi componenti, alcuni dei quali saranno esposti alla mostra come prototipi.

 

Il BIM dell’ADIGE ha dato il suo convinto appoggio alla mostra per la rilevanza del personaggio e della sua opera. Il tema dell’energia è di grande attualità e riguarda da vicino il nostro territorio; il BIM è un ente di primaria importanza nella gestione delle nostre risorse idriche. L’occasione della mostra, con l’appuntamento della serata di martedì 24 marzo, è preziosa per una tavola rotonda per decifrare indirizzi e prospettive dello sfruttamento idroelettrico.

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Martedì 17 marzo ore 20.30
La centrale del Ponale. Un incontro con i famigliari di Francesco Tommazzolli e gli autori che hanno ricostruito la storia di questa grande opera.

Martedì 24 marzo ore 20.30
Acqua, energia, ambiente: risorse per il territorio. Un quadro della situazione attuale e la presentazione del BIM dell’Adige.


organizzazione: Comune di Cles