La torre e la luna

Dal 12 aprile al 17 maggio 2015 il prestigioso Palazzo Assessorile di Cles (TN) accoglie nei suoi spazi la mostra “La torre e la luna”.

Mostra

‘La torre e la luna’ si presenta come un evento culturale originale che coniuga arte contemporanea e arte rinascimentale, storia del costume e collezionismo.

Patrocinata dal Comune di Cles, la mostra mette a dialogo le affascinanti carte degli Arcani maggiori dell’imponente collezione Miti con le ceramiche a loro dedicate da Pietro Weber, uno dei principali ceramisti italiani, vincitore nel 2007 del Premio Nazionale della Ceramica di Vietri sul Mare.

Le carte da gioco dei tarocchi nascono alla fine del Quattrocento nelle più importanti corti rinascimentali italiane e racchiudono significati e simboli propri della cultura del periodo: le pregiate carte esposte in mostra creano perciò un dialogo stretto non solo con l’arte ceramica di Weber, attenta alle simbologie universali ed agli archetipi, ma con gli ambienti e con gli affreschi stessi di Palazzo Assessorile che presentano l’immaginario, il gusto e la cultura dei due signori rinascimentali clesiani, Ildebrando di Castel Cles e Anna Wolkenstein. La mostra perciò si fonda su un affascinante gioco di rimandi in cui gli affreschi di Marcello Fogolino, le immagini dei ventidue Arcani maggiori dei tarocchi e le ceramiche di Pietro Weber conversano con naturalezza.

Il perno della mostra è rappresentato dalla selezione di ceramiche di Weber che, siano esse smaltate o grezze, richiamano nei loro segni e simboli, nelle loro figurazioni ataviche, quella che in periodo tardo antico viene definita 'arte delle province'. L'artista conduce una ricerca quasi archeologica, riproponendo stilemi propri non solo, come già più volte si è scritto, dell'arte primitiva africana, ma anche delle diverse civiltà che popolavano quasi duemila anni fa i confini dell'impero romano. Richiami più o meno voluti all'arte anatolica, dacica, celtica e soprattutto retica si esprimono in opere preziosamente decorate, per certi versi barocche, dominate dai colori ocra.

Pietro Weber nasce nel 1959 a Cles, in Trentino, ma si forma artisticamente a Torino, città in cui frequenta il Liceo artistico e vive fino agli anni Novanta. Artista poliedrico, in grado di spaziare dalla pittura alla scultura, dall'arte povera alla public art, eccelle nell'arte ceramica, riuscendo a ritagliarsi un posto di primo piano nel panorama artistico nazionale.

"E' fondamentale lavorare con materiali capaci di rendere manifesta la propria presenza mentre oggi, troppo spesso, i materiali sono considerati un mero supporto per le tecnologie. A me, invece, interessa la loro capacità di stimolare, attraverso la percezione di spazi e oggetti, il ritorno dell'uomo al silenzio e all'ascolto, al rispetto e all'attenzione per le cose più semplici e concrete" spiega l'autore. In questa mostra propone senza particolari sovrastrutture né inutili intellettualismi oggetti totemici che ci pongono di fronte alla realtà umana senza diaframmi, rappresentando sincronicamente la vita e la morte, il sogno ed il mondo infero, l'eros e la fertilità. Ed è così che, per esempio, dell'arte retica reinterpreta le statuine votive e di quella anatolica le rappresentazioni femminili della madre terra, creando opere intrise di sacralità.

Pietro Weber estrae dalle viscere della terra colori, profumi e simboli ridando nuova forma e nuova vita a stilemi che sono universalmente riconoscibili nello spazio e nel tempo.

Costi

Entrata libera


organizzazione: Comune di Cles