Guerra e pane: se questi sono uomini
a cura del Teatro delle Quisquilie, di e con Massimo Lazzeri
Luigino, detto Gino, fa parte di una famiglia qualunque di un paese poco importante. Ha combattuto nella Grande Guerra e, quando ritorna a casa, riesce a realizzare il suo sogno: diventare un panettiere.
I fascisti vanno al potere, ma Gino ritiene di essersi già speso abbastanza per la Patria e non ha nessuna intenzione di combattere di nuovo; si rifiuta di far parte del partito fascista e di iscrivere i suoi figli all’Opera Nazionale Balilla. Viene minacciato e picchiato, ma non cede. Preferisce opporsi e per questo viene trasportato in un campo di concentramento, poi trasferito in un altro: Sobibor. Viene risparmiato dai nazisti perché è panettiere e quindi utile.
Gino vede arrivare e morire ogni giorno centinaia di persone, ma decide che non farà la stessa fine. Assieme ad altri prigionieri inizia a sottrarre armi, benzina, soldi, e a tramare per radere al suolo Sobibor. Il 14 ottobre 1943, anche grazie a lui, questo campo smette di esistere.
Lo spettacolo alterna recitazione, canzoni e video. Il ritmo è incalzante, la narrazione è lineare e schietta e - a tratti, malgrado i temi trattati - anche leggera e ironica, la storia del protagonista corre insieme alle vicende storiche dei primi decenni del secolo scorso. Uno spettacolo per ricordare, per imparare, nella speranza che - davvero - conoscere la Storia che ci siamo lasciati alle spalle ci aiuti a essere migliori nel futuro.
Ingresso libero, principalmente rivolto ai ragazzi della scuola secondaria inferiore, ma aperto anche al pubblico fino ad esaurimento posti
organizzazione: Biblioteca comunale di Giovo