Quadreria dei Cappuccini presso il Convento S. Croce alla Spalliera
In un ampio spazio diviso in due sezioni, vi sono conservate opere d’arte di pregevole fattura, dipinti che occupano uno spazio temporale che va dal Cinquecento all’Ottocento
La Quadreria dei Cappuccini, ha sede in una luminosa mansarda nell’ala Nord del Convento S. Croce di Trento, proprietà della Provincia cappuccina unificata del Trentino-Veneto- Friuli-Venezia Giulia.Già verso la metà dell’800 per mano di p. Egidio Nicolis da Verona, grande intenditore e appassionato d’arte che procurò ai conventi trentini diverse pregevoli opere, ci fu un primo intervento di catalogazione di quanto da lui acquisito, ma anche dei dipinti già esistenti.Dopo vari tentativi di inventariazione da parte dei religiosi responsabili per i beni culturali, di volta in volta nominati dal Consiglio provinciale, nel 1958, passate le devastazioni della Seconda guerra mondiale che privò i conventi di diverse importanti tele, fu compilato un nuovo elenco aggiornato per opera di padre Angelico Kessler. Nel 1976 il nuovo responsabile per i beni culturali della provincia cappuccina p. Giorgio Lino Mocatti, pazientemente e con grande competenza, effettuò la schedatura di tutti i quadri presenti nei conventi della Provincia recuperando molte opere d’arte, soggette a trattamenti che le hanno riportate alla loro originaria bellezza, grazie ad interventi di restauro eseguiti da personale altamente qualificato e soprattutto al sostegno e alla collaborazione della Provincia di Trento.Questo lavoro servì poi di base per la successiva e definitiva catalogazione eseguita tra il 1978 e il 1979 che fu curata da un gruppo di lavoro dell’Ufficio Catalogazione dell’Assessorato alle Attività Culturali. Alla prima catalogazione che comprendeva dipinti del Convento di Trento ne fu aggiunta una seconda tra il 1983 e il 1991 inerente quanto custodito nei conventi di Ala, Arco, Terzolas e Condino.Nel 1984, per salvaguardare le opere d’arte più preziose fu individuato il locale da adibire a pinacoteca, progettato dell’architetto Lupo.In un ampio spazio diviso in due sezioni, vi sono conservate opere d’arte di pregevole fattura, dipinti che occupano uno spazio temporale che va dal Cinquecento all’Ottocento, eseguiti da pittori tra i quali possiamo vedere Bernardino Campi, Barbara Longhi, Paolo Farinati, Jacopo Negretti detto Palma il Giovane e vari altri pittori del XVI secolo; fra Semplice da Verona, Pietro Ricchi (detto il Lucchese), Giuseppe Alberti e diversi pittori trentini, veneti, lombardi e bresciani del XVII secolo; Francesco Trevisani, Domenica Elena Spaventi, Francesco Unterpergher, Giovanni Battista Lampi, Ignazio Paluselli del XVIII secolo; Giuseppe Craffonara, Domenico Del Pero, Fra Giovanni Francesco Gamberoni, Antonio Vanzo e molti altri dipinti del XIX secolo.Vi sono inoltre conservati, piccoli mobili di varie epoche e molti oggetti in avorio e in ebano, finemente lavorati, provenienti dalla nostra missione del Mozambico.
Aperta al pubblico previo appuntamento telefonico