Casa Cazuffi in piazza Duomo

Le immagini allegoriche e simboliche con ammonimenti morali di Marcello Fogolino (ca. 1532-35)

[ Ezio Chini]

All’angolo fra la piazza a la via Belenzani, quasi con la funzione di un pittorico snodo urbanistico, sorge la casa che nel Cinquecento fu residenza dei Cazuffi, una famiglia originaria di Tuenno, in Val di Non, ma presente in città già nel Trecento. La casa è unita a quella a fianco, essa pure affrescata qualche anno più tardi, da un portico basso e profondo. Di origine quattrocentesca, come indicano i resti di un fregio gotico in alto, fu ammodernata verso il 1530 in stile rinascimentale dal proprietario Tommaso Cazuffi, dottore in legge e più volte console della città fra il 1523 e il 1551.

In origine le figure morbidamente dipinte in monocromo chiaro dovevano avere un risalto straordinario, quasi di sculture, sul compatto e luminoso fondo blu dipinto ad azzurrite, purtroppo in gran parte caduta. La scelta assai raffinata della pittura a monocromo da parte dell’autore, Marcello Fogolino, si atteneva a una moda diffusasi a Roma al principio del Cinquecento. Nell’insieme l’ornato pittorico simula un apparato architettonico, con due fregi rinascimentali raccordati dalle cornici delle finestre, ed è serrato ai lati da gigantesche colonne scanalate. Entro losanghe e tondi alternati i fregi mostrano immagini allegoriche e simboliche con ammonimenti morali tratte dall’Emblematum Liber di Andrea Alciati, nella prima edizione pubblicata ad Augsburg/Augusta nel 1531: data che di poco dovrebbe precedere l’esecuzione degli affreschi. Destinata ad una ristretta cerchia di dotti, l’opera dell’Alciati contiene una raccolta di temi moraleggianti accompagnati da motti, testi poetici e illustrazioni.

Nella parte superiore della facciata i tre soggetti principali raffigurano, da destra: Nemesi, dea della Giustizia (in equilibrio stabile sulla ruota, con le briglie necessarie per tenere a freno l’arroganza); l’Occasione (donna che fa correre la ruota su cui posa i piedi mentre un bambino è riuscito ad aggrapparsi alle sue spalle, a differenza di altri tre; messaggio è: bisogna cogliere con prontezza l’occasione favorevole). Infine il Carro della Fortuna: la dea sul carro trainato da cervi ha due facce (una in luce e l’altra in ombra, con riferimento alla buona e alla cattiva sorte) e regge alta la ruota alludente alla simbologia della Ruota della Fortuna, di cui proprio di fronte, in fondo alla piazza, la cattedrale offre un esempio insigne. Nella fascia inferiore della facciata sono raffigurati, da destra: un suonatore di ghironda, cieco; l’episodio di Damocle alla mensa del tiranno Dionigi del quale invidia il potere (la spada appesa con un filo sottile sopra la testa di Damocle è un ammonimento per coloro che desiderano ricchezza e potere, inconsapevoli del fatto di andare incontro anche al dolore). Infine, a ricordare l’importanza della misericordia e della generosità, un cavaliere viene in soccorso di un giovane indigente.

Bibl. Laura Dal Prà, L’Emblamatum Liber di Andrea Alciati e il ciclo affrescato di Casa Cazuffi a Trento, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, Sezione Seconda, a. 64, 1985, 1, pp. 5-52.

Ezio Chini

(1950), storico dell'arte, si laurea con Mina Gregori all'Università di Firenze (1975). Dal 1978 al 2010 ricopre l'incarico di funzionario della Provincia Autonoma di Trento e nell’ambito dell’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento gli vengono affidati i seguenti incarichi di carattere direttivo: coordinamento dell’attività di catalogazione del patrimonio artistico del Trentino (1978-1982); direzione restauri opere mobili ed affreschi (1981-1987; 1999-2003); direzione (come sostituto) del Museo Provinciale d’Arte, Castello del Buonconsiglio (1988-1990); direttore di Divisione, settore storico-artistico, Castello del Buonconsiglio, dal novembre 2003. È autore di circa 250 pubblicazioni, sull’arte a Firenze, nel Veneto, in Lombardia e soprattutto in Trentino, con particolare riferimento ai secoli XVI-XVIII, al Castello del Buonconsiglio e ai pittori Girolamo Romanino, Marcello Fogolino, Dosso e Battista Dossi. È organizzatore di numerose mostre, fra cui Dipinti su tela. Restauri (1983); Girolamo Romanino (2006;in collab. con L. Camerlengo, F. Frangi, F. de Gramatica); L’arte riscoperta (2000; in collab. con P. Pizzamano ed E. Mich). È socio dell’Accademia degli Agiati, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e di Italia Nostra (membro della Direzione). Nell’ambito di Italia Nostra - Sezione di Trento, coordina dal 2017 il progetto Trento città dipinta. Un patrimonio da salvare. È Delegato regionale alla valorizzazione nell'ambito della Delegazione Fai di Trento.

Ezio Chini - storico dell'arte

02/01/2019