A Castel Caldes la sapienza antica degli erbari
La mostra "Antichi erbari della Biblioteca di Trento" proposta con uno sguardo rinnovato
La mostra "Antichi erbari della Biblioteca di Trento", in una formula più ampia, sarà ospitata quest'anno a Castel Caldes, il maniero posto all’imbocco della Val di Sole il cui aspetto attuale è il risultato di varie fasi architettoniche iniziate nel Duecento e proseguite fino al XVI secolo. Il primo nucleo fu realizzato tra il 1230 e il 1235, una torre a cinque piani che fungeva anche da residenza, realizzata per volere di Rambaldo ed Arnoldo da Cagnò.
Nel 1464 la 'casa torre' passò alla famiglia Thun che la ampliò, aggiungendo ulteriori corpi di fabbrica che hanno conferito all'edificio l'aspetto attuale. Ulteriori lavori di restauro e ampliamento furono condotti nel XVI secolo e vennero eseguite decorazioni ad affresco in varie sale. Fu anche edificata l'attuale cappella dedicata alla Beata Vergine Maria ed interamente affrescata da storie di Naurizio. Una leggenda vuole che il castello sia stato teatro della prigionia di una giovane donna di nome Olinda, forse da identificarsi nella contessa Marianna Elisabetta Thun, che venne rinchiusa dal padre Rodemondo in una piccola stanza per impedire il matrimonio con Arunte, menestrello di corte per il quale - si narra - morì d’amore.
Da poco inaugurata, la mostra dedicata agli antichi erbari, conservati nella Biblioteca Comunale di Trento, permetterà di ammirare rari volumi dal XV al XVIII. Grazie ad essi antichi saperi e conoscenze su piante e fiori sono stati tramandati fino ad oggi. Sarà esposta anche una selezione di antichi strumenti da farmacia, provenienti da Casa de Gentili di Sanzeno.
Alcuni tra i più bei codici miniati del Quattrocento e del Cinquecento, oggi conservati in alcune delle più importanti biblioteche europee, sono stati, almeno per qualche tempo, nelle mani dei principi vescovi di Trento che li hanno acquistati o posseduti. Tra questi, ad esempio, il Tacuinum Sanitatis della fine del Trecento, oggi alla Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, che appartenne al vescovo Giorgio di Lichtenstein.
Le sue splendide miniature furono realizzate in ambiente veronese e si inquadrano chiaramente nell’ambiente del gotico internazionale che si manifestò a Trento negli affreschi dei Mesi di Torre Aquila del maestro Venceslao di Boemia. Presente in mostra vi è l’Erbario di Trento (esposto in fac-simile) un prezioso manoscritto della seconda metà del Quattrocento, che raccoglie tavole con illustrazioni di piante officinali e medicinali corredate da spiegazioni sul loro impiego e sui rimedi realizzabili.
28/04/2017