Due giorni con Claudio Magris. Dalla scena al dialogo
A Trento l'occasione imperdibile di ascoltare una figura di rilievo internazionale nel panorama critico-letterario
“Un’iniziativa che ben si colloca all'interno di una storia delle relazioni del Dipartimento di lettere e filosofia con le attività teatrali e con il tema al centro iniziativa”.
Così definisce Fulvio Ferrari, Direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Professore di Filologia germanica, la Due giorni con Claudio Magris. Dalla scena al dialogo, l'iniziativa che si svolgerà a Trento il 24 e il 25 gennaio. Con lui sono presenti Luca Crescenzi, Professore di Letteratura tedesca e Caterina Mordeglia, Professoressa di Lingua e letteratura latina
Organizzata dallo stesso dipartimento dell'Università di Trento con il contributo dell'Opera universitaria, comitato scientifico composto da Luca Crescenzi, Fulvio Ferrari, Giorgio Ieranò, Caterina Mordeglia, nel primo incontro, in programma martedì 24 alle 20.30 presso il teatro Cuminetti di Trento, Elisabetta Pozzi la due giorni porta in scena il racconto di Magris Lei dunque capirà, che rivisita il mito di Orfeo. Il giorno seguente alle 11, presso il dipartimento di via Gar (aula 005), si prosegue con In limine, la tavola rotonda con Claudio Magris e con Daniela Ardini, Sara Armella, Luca Crescenzi, Giorgio Ieranò, Caterina Mordeglia, Margherita Rubino. Coordina: Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino.
“C’è una forte attenzione da parte del nostro dipartimento - prosegue Ferrari - al mondo dello spettacolo – una continuità di rapporto tra mondo del teatro e della ricerca, un patrimonio prezioso costruito in questi anni che va conservato. In questo caso, l’occasione è davvero unica. Arriverà infatti a Trento una figura di rilievo internazionale nel panorama critico-letterario, un’occasione imperdibile, dunque, di avere una figura di tale rilievo e di condividere questo scambio vitale tra università e territorio. Si tratta di uno spettacolo incentrato sul tema del confine che ‘cade a fagiolo’ al termine di due anni in cui l’attenzione della ricerca, anche del dipartimento e soprattutto in concomitanza con la commemorazione della Grande Guerra, ha fatto del confine un motivo che continuerà, ma che già ha già prodotto molto pensiero e ricerca. Con Magris si affronterà il tema in una prospettiva più ontologico-esistenziale che territoriale - conclude".
Crescenzi interviene invece sulla tavola rotonda del giorno successivo. "Magris ci ha insegnato a leggere la Germania al di là dei pregiudizi legati spesso alle vicende della guerra - afferma -. Già nel 1963 il “Il mito asburgico” ha rappresentato un libro fondamentale per vedere le cose in modo diverso. Magris affronterà il tema confine in senso vasto, tra la vita e la letteratura, tra la vita e la morte esplorando i tanti confini all'interno dei quali siamo costretti. Riprenderà la questione degli ostacoli che i confini rappresentano per i i migranti e la libera circolazione del pensiero, e anche i rapporti tra città e mondo, luogo in cui viviamo è realtà globalizzata. Il suo contributo è fondamentale, come 'spirito libero' ha sempre letto in modo sorprendente cose che davamo per scontate, è l'intellettuale capace di mettere in discussione i confini del nostro pensiero".
Nel vivo delle due giornate entra infine Mordeglia, che sottolinea come esse vengano offerte dall'università al territorio. Lo spettacolo, tratto dal testo di Magris "Lei dunque capirà", "è breve e densissimo - spiega la docente - ed è interpretato magnificamente dal monologo di Elisabetta Pozzi. Si tratta di una rielaborazione del tema classico di Orfeo e Euridice, un tema noto e riutilizzato anche nel contemporaneo per sondare il confine tra la vita e la morte".
18/01/2017