Ornati e apparati decorativi rinascimentali in castelli e palazzi del territorio trentino

Giovedì 26 febbraio alle 16.30 al Castello del Buonconsiglio una nuova tappa del ciclo "Paesaggi rinascimentali, appuntamenti di storia e arte": ornati pittorici si sviluppano in elaborati fregi a grottesca 

Il ciclo “Paesaggi rinascimentali. Incontri di arte e storia” prosegue con il contributo di Marina Botteri e Chiara Radice sul tema Ornati e apparati decorativi rinascimentali in castelli e palazzi del territorio trentino.

            Nei primi decenni del XVI secolo si assiste nel Principato Vescovile ad una rivoluzione culturale, estetica, politica e sociale di portata straordinaria che portò una piccola cittadina, quale era allora Trento, ad essere un centro artistico in grado di competere con le maggiori signorie italiane, modificando radicalmente il volto urbano e il contesto territoriale in modo definitivo. L’artefice principale di queste scelte fu il Principe Vescovo Bernardo Cles, che rimase in carica dal 1514 al 1539; la sua perspicacia intellettuale e abilità diplomatica rafforzò i legami tra il Principato trentino e gli Asburgo. Grazie al suo impegno personale gli fu riconosciuto un ruolo fondamentale presso la corte asburgica, al seguito dell’arciduca Ferdinando I, fratello dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, che si affidò alla sua mediazione e al suo consiglio nelle delicate questioni politiche, fino a nominarlo Cancelliere supremo, nel 1528, e suo rappresentante all’incoronazione di Carlo V a Bologna. Le sue doti diplomatiche gli permisero di stringere una complessa trama di rapporti personali anche con le famiglie locali, che supportarono la sua volontà di rinnovamento e gli permisero di superare una situazione difficile quale la guerra rustica del 1525. Di ciò troviamo conferma nei documenti cinquecenteschi. La complessa e irrisolvibile crisi religiosa esplosa con Martin Lutero e la sua Riforma protestante portò il Cles a sostenere la necessità di promuovere un concilio universale, trovando in Trento la sede idonea per ospitare i lavori del Concilio, data la sua particolare posizione geografica di confine.

            Il rinnovamento di palazzi e castelli promosso dal Principe Vescovo, anche in previsione di un evento di tale portata che avrebbe condotto a Trento ospiti illustri, trovò la massima espressione nella costruzione del “Magno Palazzo”, accanto all’antica residenza vescovile del Castelvecchio, per il quale si scelse un linguaggio più “internazionale”, vicino ad un gusto rinascimentale italiano. All’interno della fabrica del Magno Palazzo si sviluppò una eccezionale stagione decorativa, alla quale parteciparono alcuni tra gli artisti più importanti dell’epoca, tra cui il bresciano Girolamo Romanino (1484/1487 – 1560c.) e i fratelli Dossi (1486/87 -1542 c.), artisti di corte a Ferrara, che tuttavia soggiornarono in città giusto il tempo di concludere i lavori sul cantiere clesiano. Il vicentino Marcello Fogolino, invece, si fermò a Trento, divenendo artista di corte di Bernardo Cles, ruolo che mantenne anche con Cristoforo Madruzzo, Principe Vescovo a partire dal 1539, qualificandosi come l’attore principale del rinnovamento decorativo nell’epoca clesiana.

            Il bagaglio culturale ed artistico del pittore vicentino, influenzato dalla lezione dossesca e di Romanino, gli permetterà di sviluppare un linguaggio nuovo, caratterizzato da un’estrosa fantasia e un inedito codice figurativo, con formule compositive originali ed “invenzioni bizzarre”, atte a soddisfare la richiesta di moderne soluzioni ornamentali, richieste non più solamente dalla corte vescovile, ma anche da quelle famiglie nobili che orbitavano attorno ad essa. Espressione caratteristica di questo nuovo lessico è per Fogolino la “grottesca”, sull’onda degli entusiasmi archeologici successivi alla scoperta della Domus Aurea di Nerone a Roma avvenuta negli anni ottanta del XV secolo. Nelle dimore vescovili come Castel Selva, Castel Stenico, Castel Toblino e Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, ma anche nelle abitazioni private, i fregi a grottesca arricchiscono i parati decorativi delle sale, grazie anche ad un organizzato lavoro di equipe tra Marcello Fogolino e la sua fiorente bottega, che può contare sui disegni preparatori e sui cartoni realizzati dal maestro.

Marina Botteri e Chiara Radice - storiche dell'arte presso il Castello del Buonconsiglio

24/02/2015