Profughi/rifugiati» Spostamenti di popolazioni nell’Europa della Prima guerra mondiale. Alle radici di un problema contemporaneo":
Fino a venerdì 6 a Rovereto il convegno che propone una riflessione attorno alla figura del profugo: un'unione ideale tra Centenario e contemporaneità
«Profughi/rifugiati» Spostamenti di popolazioni nell’Europa della Prima guerra mondiale. Alle radici di un problema contemporaneo": questo il titolo del convegno internazionale che si svolgerà a Rovereto il 4-5-6 novembre nella sala conferenze del Mart. L’iniziativa è stata presentata oggi presso la sala medievale di Palazzo Festi nell’ambito di Cultura Informa con l’intervento di Claudio Martinelli, Dirigente Servizio Attività Culturali - Provincia autonoma di Trento; Alberto Miorandi, presidente del Museo Storico Italiano della Guerra; Camillo Zadra, provveditore del Museo Storico Italiano della Guerra; Gustavo Corni, Università degli studi di Trento; Giuseppe Ferrandi, Fondazione Museo storico del Trentino; Francesco Frizzera, ISIG-FBK.
Miorandi esordisce sottolineando il valore della sinergia messa in atto tra le diverse istituzioni attorno al tema del “profugo”, che ha riguardato tutti i paesi. “Un argomento molto sentito per la sua contemporaneità, con una differenza importante: mentre allora erano i governi stessi che si preoccupavano della salvaguardia delle popolazioni, ora gli stati le cui popolazioni diventano profughe non si prendono carico del problema”.
Temi, quelli della contemporaneità e della sinergia, ripresi da Martinelli, che mette in luce anche come il convegno sia forse la più importante iniziativa istituzionale del 2015 in provincia sul tema della Grande Guerra.
Per Corni il convegno trentino rappresenta un po’ un unicum a livello nazionale: “Il Trentino è uno di quei luoghi in Europa in cui questa vicenda si è verificata in modo massiccio, è stata vissuta sulla pelle – continua -. In queste giornate di studio proponiamo un modo diverso di approcciare la Grande Guerra, che non ha a che fare con soldati e trincee, ma pone l’accento sulle popolazioni civili. Siamo soliti pensare che sia la Seconda guerra mondiale e le successive a coinvolgere massicciamente i civili – specifica - ma anche nella Prima il coinvolgimento è stato attuato con sradicamenti, spostamenti e evacuazioni, un fenomeno di proporzioni gigantesche: 12.500.000 le persone – donne, bambini, anziani - costretti ad abbandonare le loro case. Un elemento di riflessione storiografica non può mancare accanto a una divulgazione fatta bene, avendo un occhio sul presente, come annuncia il sottotitolo del convegno - conclude”.
“Un gruppo di ricerca per indagare il passato che ha iniziato a lavorare più di due anni – premette Frizzera – e ora il convegno come risultato di una sinergia tra le istituzioni che in Trentino si occupano di storia. Il focus sulla popolazione civile non è scontato - riprende - negli ultimi venti anni un cambiamento di ottica ha permesso alla storiografia di acquisire ulteriori elementi di studio. Apriamo il convegno con tematiche relative all’Europa orientale perché è in queste zone che il fenomeno presenta i suoi caratteri peculiari. Un panel è poi dedicato all’Impero asburgico, una scelta che potrebbe apparire radicale ma si propone di fare luce su una storia fino ad oggi non sufficientemente approfondita. Altro aspetto di rilievo riguarda il concentrare l’attenzione sul lungo periodo cui questi eventi danno avvio: prima della Grande Guerra la figura del profugo quasi non esiste - aggiunge".
“Il convegno è uno dei frutti di ciò che viene chiamato “Progetto profughi”, che nel programma delle commemorazioni del Centenario occupa una posizione di rilievo – spiega Zadra -. La Provincia ha consapevolmente scelto tale tema per caratterizzare il 2015 e il convegno è un’iniziativa cresciuta parallelamente a questa ricerca e si colloca come momento iniziale della mostra che sarà inaugurata il 21 novembre a Rovereto. In Trentino c’è tanta attenzione ai profughi perché esiste una convergenza di circostanze raramente rintracciabili tutte insieme altrove. Dagli anni ottanta si ragiona sui profughi in Trentino all'interno di un percorso scolastico frequentato da adulti portatori di una memoria familiare che ha potuto portare all'evidenza un tema rimosso. Ora la ricerca raggiunge la sua compiutezza e apre strade nuove. Il cittadino profugo - approfondisce -perde le proprie prerogative in termini di riconoscimento giuridico e diventa il simbolo dell'evanescenza, un soggetto che scompare e se manifesta il suo essere 'cittadino' viene considerato elemento di inquietudine sociale".
Per Ferrandi, infine, la valenza scientifica del "Progetto profughi" è innegabile. "Colgo la sottolineatura del tema che ci aiuta ad alzare un po' lo sguardo rispetto a una caricatura nel dibattito pubblico sulla Grande Guerra che tuttora riproduce stancamente una specie di tifoseria da stadio rispetto a appartenenze improbabili - nota -. Affrontiamo il tema del profugo con una chiave interpretativa e una forte base di ricerca, con contributi di studiosi internazionali per proporre al Trentino un salto di qualità quando facciamo i conti con l'eredità terribile ma significativa che la Grande Guerra ha lasciato sul nostro territorio"
03/11/2015