Casa Balduini

Fu dimora di Arcangelo Balduini, medico del principe vescovo Johannes Hinderbach e dell’imperatore di Casa d’Austria Federico III

[ foto Ezio Chini]

Dopo Casa Cazuffi e la cosiddetta Casa “Rella”, entrambe con portici e interamente affrescate, è ora la volta di prendere in considerazione la casa in piazza Duomo che in antico fu dimora di un personaggio importante della Trento quattrocentesca: Arcangelo Balduini, medico del principe vescovo Johannes Hinderbach (in carica dal 1465 al 1486) e dell’imperatore di Casa d’Austria Federico III, dal quale ottenne un diploma di nobiltà nel 1478.

Affacciata sul lato occidentale della piazza e preceduta da un piccolo cortile, in origine aveva solo due piani, un portale gotico (tuttora conservato) e finestre ad arco acuto, tamponate nel corso del tempo, ma ancora visibili. Casa Balduini conserva forse la più antica decorazione esterna della città: un ornato assai leggero ed elegante, a festoni verdi e a fregi con fiori e fogliami stilizzati ma esuberanti, sospesi sul fondo candido dell’intonaco come fossero i vegetali utilizzati un tempo per gli apparati festivi.

Questa decorazione, singolare e rara per le dimensioni, è in rapporto diretto con gli affreschi nel cortile di Castelvecchio, nel Castello del Buonconsiglio, fatti dipingere dal principe vescovo Hinderbach nel 1475 o poco dopo. Autori di questi ornati e di altri molto simili esistenti nel territorio trentino (come a Castel Pietra) furono, secondo Nicolò Rasmo, i pittori Sacchetto di Verona.

Il gusto decorativo è in bilico tra Gotico e Rinascimento; certo rinascimentali sono i festoni, così caratteristici dell’arte dell’Umanesimo e, ancor prima, della scultura romana. Sopra il portale è dipinto, oggi purtroppo frammentario, lo stemma dei Balduini, una famiglia bresciana trasferitasi a Trento nel secolo XIV, che era costituito da una capra circondata dal simbolo dell’ordine ungherese del Drago, onorificenza concessa in data imprecisata (Tabarelli de Fatis e Borrelli, 2004-2005) Anche all’interno si conservano decorazioni frammentarie analoghe a quelle della facciata; quest’ultima è in buono stato di conservazione.

Ezio Chini

(1950), storico dell'arte, si laurea con Mina Gregori all'Università di Firenze (1975). Dal 1978 al 2010 ricopre l'incarico di funzionario della Provincia Autonoma di Trento e nell’ambito dell’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento gli vengono affidati i seguenti incarichi di carattere direttivo: coordinamento dell’attività di catalogazione del patrimonio artistico del Trentino (1978-1982); direzione restauri opere mobili ed affreschi (1981-1987; 1999-2003); direzione (come sostituto) del Museo Provinciale d’Arte, Castello del Buonconsiglio (1988-1990); direttore di Divisione, settore storico-artistico, Castello del Buonconsiglio, dal novembre 2003. È autore di circa 250 pubblicazioni, sull’arte a Firenze, nel Veneto, in Lombardia e soprattutto in Trentino, con particolare riferimento ai secoli XVI-XVIII, al Castello del Buonconsiglio e ai pittori Girolamo Romanino, Marcello Fogolino, Dosso e Battista Dossi. È organizzatore di numerose mostre, fra cui Dipinti su tela. Restauri (1983); Girolamo Romanino (2006;in collab. con L. Camerlengo, F. Frangi, F. de Gramatica); L’arte riscoperta (2000; in collab. con P. Pizzamano ed E. Mich). È socio dell’Accademia degli Agiati, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e di Italia Nostra (membro della Direzione). Nell’ambito di Italia Nostra - Sezione di Trento, coordina dal 2017 il progetto Trento città dipinta. Un patrimonio da salvare. È Delegato regionale alla valorizzazione nell'ambito della Delegazione Fai di Trento.

Ezio Chini - storico dell'arte

17/01/2019