Ritorno al Teatro alla Scala
1977
Allo scadere dei due anni di impegno all'Arena di Verona l'allora sovrintendente del Teatro alla Scala Paolo Grassi propose a Chaillly di rientrare in teatro come direttore generale, ma in triumvirato d'acciaio con lui e Francesco Siciliani, anziano consulente artistico. Con Grassi Chailly lavoro' per "...rilanciare le scuole, (...) per una politica per un teatro internazionale e cosmopolita. Un teatro a pori aperti, un centro di vita morale e sociale, unico luogo al mondo coi ponti levatoi abbassati e collegato a tutta la citta', all'Europa e al mondo".
Poi Grassi fu richiesto alla Direzione della RAI e dovette suo malgrado abbandonare il Teatro, dove gli successe Carlo Maria Badini. Chailly portò fino alla fine il suo mandato, con la soddisfazione di aver messo in piedi un Otello diretto da Carlos Kleiber con la regia di Zeffirelli, un Barbiere di Siviglia diretto da Thomas Shippers, Mose' e Aronne di Schönberg diretto da Christoph von Dohnànyi, discendente di Ernst, maestro di Bela Bartòk.
Il maggio 1977 iniziò un'inchiesta giudiziaria nel mondo della lirica per il ruolo delle Agenzie: la Finanza arrivò anche in casa Chailly, ma quello che trovò lo scagionò del tutto da ogni gioco di interessi privati e non fu nemmeno interrogato.
Al Premio Cantelli di quell'anno, che per proposta di Chailly era stato spostato alla Scala, ritrovo' in giuria Goffredo Petrassi, e lo invito' a cena a casa per chiedergli consiglio sull'ultimo impegnativo lavoro, il Kinder requiem. Ne ricevette l'incentivo a finire l'importante lavoro, che sarebbe stato trasmesso in diretta dalla radio di Torino il 2 febbraio 1979 e per volere di Roman Vlad, direttore artistico dell'Orchestra RAI, diretto dal figlio Riccardo. All'interno dell'opera "...una colossale doppia fuga, che ha la pasta densa e patetica della musica berghiana", cosi' scrisse Massimo Mila.
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10/01/2020